I “muén du surdu” Ai piedi di Aurigo, accanto al torrente Impero, si trovano i resti del piccolo nucleo abitato dei Molini, in regione Carchere. Qui, già nel 1500, vivevano stabilmente quattro famiglie e v’erano due impianti di molitura da una ruota, attivati dall’acqua del torrente.I Mulini delle Carchere erano anche detti “muén du surdu”, […]
Continua a leggereMore TagLona del Convento delle Clarisse
Questa grande cisterna per l’acqua, chiamata “lona”, è nel sottosuolo del Convento delle Clarisse a Diano Castello. Testo e foto di Nicola Ferrarese.
Continua a leggereMore TagPonte Anterigo
In un documento, citato nel volume “La Valle di Rezzo: i Tempi del Quotidiano”, scritto da Gianni De Moro, edito da Dominci Editore, si legge che la via che passa “sovra altro ponte detto di Anterigo conduce nelle regioni Anterigo Zotto e Mezzaluna“. Il Ponte di Anterigo fa dunque parte di un’importante via di comunicazione […]
Continua a leggereMore TagPonte del Muin
Il Ponte del Muin deve il nome al vicino Mulino del Marchese. Era il ponte più usato dagli abitanti di Rezzo, i quali, nel 1827, si offrirono volontariamente di lavorare al suo restauro.
Continua a leggereMore TagPonte di Calcinaro
Il Ponte di Calcinaro esisteva già nel 1687 e venne più volte restaurato.
Continua a leggereMore TagPonte Napoleonico
Il Ponte detto “Napoleonico” venne edificato nel XVIII secolo.
Continua a leggereMore TagPonte dei Passi
Il Ponte dei Passi esisteva già nel 1645, venne più volte riparato e rifatto.
Continua a leggereMore TagPonte della Cianca o Tanca
Il Ponte della Cianca è stato recentemente ristrutturato.
Continua a leggereMore TagPonte di Lavina
Il Ponte di Lavina era il principale nella rete viaria del sale verso il Monte Guardiabella e la Via Marenca.
Continua a leggereMore TagPonticello sul rio Mainardo e forno da Calce.
Accanto al ponticello sul Rio Mainardo è tutt’oggi visibile una fornace da calce. A Rezzo la produzione della calce, usata in edilizia, era un mezzo di autofinanziamento comunitario: l’alimentazione del forno era assicurato da tutte le famiglie e il ricavato della vendita veniva devoluto alla massaria della chiesa parrocchiale.
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